Rndini d'Inverno by Maurizio De Giovanni

Rndini d'Inverno by Maurizio De Giovanni

autore:Maurizio De Giovanni [Giovanni, Maurizio De]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 446
editore: emmebooks
pubblicato: 2017-11-11T16:00:00+00:00


Si duorme o si nun duorme, bella mia,

siente pe’ ’nu mumento chesta voce:

chi te vo’ bene assaje sta mmiez’a via

pe’ te canta’ ’na canzuncella doce… {6}

Il motivo era ben modulato da un timbro tenorile, e Maione, sorridendo, tornò padrone della sua città.

Giunto a destinazione si rese conto dell’ora e si chiese se la persona che andava a trovare fosse già sveglia, disponendosi a una probabile attesa; ma quando fu in cima alle scale, col consueto fiatone e il sangue alla testa, trovò la porta accostata. La canzone che veniva chissà da dove s’interruppe, e una voce che conosceva disse:

«Brigadie’, accomodatevi! Entrate!»

Maione s’inoltrò tra la miriade di suppellettili cinesi che arredavano il piccolo appartamento e arrivò a una stanzetta la cui esistenza gli era sconosciuta. L’ambiente dava su uno stretto balcone.

«Bambine’, ma che è ’sto posto? Non sapevo che tenessi addirittura la terrazza».

L’atmosfera ovattata conferiva al personaggio seduto all’esterno, su una specie di poltroncina, un’aria ancora più surreale del solito. Pareva un fantasma dal sesso indefinito nella giungla amazzonica. I lunghi capelli raccolti in un’alta crocchia, con due riccioli che scendevano sulle orecchie; i pendenti che ondeggiavano accompagnando i movimenti della testa; il profilo lungo e un po’ equino; gli occhi grandi e liquidi che accentuavano la somiglianza con un purosangue; il tutto su una vestaglia di raso rosso con fiori ricamati tinta su tinta, da cui spuntavano le gambe magre e pelose accavallate con grazia.

Maione sospirò, chiedendosi come sempre cosa avesse fatto di male per essere costretto a sopportare quella vista.

«Eh, brigadie’», disse Bambinella, «ci sono parecchie cose che ignorate della sottoscritta e, beninteso, per molte sono a disposizione, se voleste approfondire; sono sicura che vi renderebbero un uomo felice. Questa camera non la faccio vedere a nessuno; ci vengo quando voglio starmene da sola, e per fortuna non mi succede spesso».

Il poliziotto si guardò attorno. L’arredamento era diverso dal resto della casa. Sobrio, quasi spartano. Un tavolo, due sedie; una fotografia alla parete che ritraeva un prete sorridente in mezzo ad alcuni bambini con grembiule e fiocco al collo. Quindi il balconcino, che dava sul retro della palazzina.

«Perché te ne stai qua fuori? E come sapevi che stavo salendo le scale?»

Bambinella sospirò in maniera teatrale.

«Ma non l’avete vista, questa nebbia? Non è una cosa stranissima, brigadie’? È bella. Mi pare un sogno, una magia. All’improvviso ogni cosa è sparita: i palazzi, i vicoli; non ci sta manco la gente. E con l’anno nuovo che arriva, vi rendete conto? Forse viene la fine del mondo, e stiamo tutti per morire».

Maione rispose facendo le corna:

«O forse sta solo venendo la fine tua, ed era ora. Ma perché devi dire queste cose che portano male proprio oggi?»

Il femminiello si strinse nelle spalle, con un movimento leggiadro.

«Insomma, una non può tenere un pensiero profondo. Comunque, mica il telegrafo del vicolo smette di funzionare quando c’è la nebbia. E, parlando con rispetto, voi siete parecchio appariscente con quella divisa e quelle belle spalle larghe che mi fanno venire certi pensieri…»

«Fai una cosa, Bambine’, continua a pensare filosofico, così può darsi che ti salvi la vita pure oggi.



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